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Con Daryl Dixon The Walking Dead cambia scenario ma non la sostanza (purtroppo)

Lo hanno fatto ancora.

Ci sono ricascati.

Lo hanno rifatto.

Ancora.

I Kevin Feige della AMC avranno pensato che l'osso lasciato sul campo da The Walking Dead (qui la recensione del finale) dovesse essere spolpato sino all'ultima goccia di sangue dell'ultimo pezzettino di carne rimasto attaccato al femore della più celebre Zombie series all time.

Una serie gloriosa un tempo, nervosa poi, opaca ed inconsistente negli ultimi anni.

The Walking Dead è stata una serie iconica per 3-4 stagioni salvo lasciare poi il campo ad una controfigura che si è mestamente trascinata per anni fino ad un epilogo che epilogo non era visto che, da lì in poi, la AMC ci avrebbe propinato una non richiesta e non necessaria sequela di spinoff.

Il primo, andato in onda qualche mese fa, accompagnava i corpi vivi di Maggie e Negan lungo lo spinoff a loro dedicato (qui la recensione).

In questo settembre di sciopero per il comparto attoriale e tecnico di Hollywood tocca constatare l'approdo di The Walking Dead: Daryl Dixon, serie spin-off originalissima sin dal titolo (sic!).

Se non volete perder tempo con questo articolo (come darvi torto!) vi suggerisco di scorrere gli ultimi post a caccia di qualcosa di più congeniale ai vostri gusti. Li trovate qui.

I grandi strateghi della AMC, da tempo avari di qualsivoglia idea brillante come accadeva ai tempi in cui questa emittente sfornava capolavori come Breaking Bad e Mad Men, hanno deciso, da tempo, di puntare sul franchise targato TWD. Il risultato è lo specchio della AMC stessa in quanto ogni singola puntata di ogni singolo spinoff appare scialba, sciatta, priva di grinta e senso di esistere, lontana anni luce dal concetto stesso di qualità e sperimentazione.

Daryl Dixon è solo l'ennesima dimostrazione di questo sfacelo.

Senza voler scomodare l'illustrissimo esempio di Better Call Saul, Daryl Dixon è un'operazione che non incontra alcun favore per chi vorrebbe esaminarla mancando propriamente delle basi per una buona riuscita. Nulla in confronto, ad esempio, ad uno spinoff di uno spinoff come può essere l'attualissimo e sensazionale Ahsoka, serie tv Live Action incasellata nel vastissimo universo di Star Wars e capace, dopo decenni di sperimentazioni ed approfondimenti vari, di inanellare ancora nuovi elementi ed emozioni a sostegno di quello sconfinato universo narrativo, senza parlare della realizzazione digitale e creativa del progetto.

Daryl Dixon sembra nascere da due idee se cosi possiamo chiamarle.

La prima è quella di dare un ruolo da assoluto protagonista ad uno dei pochissimi protagonisti di tutto il calvario TWD, quel Daryl Dixon riuscito a sopravvivere a tutte le 11 stagioni della serie madre. La seconda è quella di espandere l'universo narrativo anche oltre i confini statunitensi.

Questa seconda idea, in sè per sè non sarebbe neppure malvagia. Ci siamo sempre chiesti, tra le altre cose, se anche nel resto del globo terracqueo vi sia stata qualche forma di invasione zombie e quanto sia irrimediabile la situazione nel vecchio continente cosi come in Oriente. Questo spinoff si propone di rispondere a questa domanda.

Come?

Teletrasportando il corpo di Daryl, fresco di abbandono del Commonwealth, dall'altra parte dell'oceano.

Pensate che stia scherzando?

Beh si, sto scherzando ma non più di tanto.

La prima immagine dello show ritrae il corpo svenuto di Daryl su una piccola imbarcazione rovesciatasi in mezzo al mare. Come avrà fatto a finirci sarà poi oggetto di uno spiegone in coda all'episodio ma resta una scelta demenziale quella di mostrarci un uomo, chiunque esso sia, disteso su un barchino in balia delle onde in mare aperto e ovviamente privo di qualsiasi altra imbarcazione pronta a soccorrerlo.

Daryl arriva in Francia e lo fa così, a cazzo di cane (sempre bello rispolverare un Renè Ferretti quando ce ne è bisogno).

Senza alcun senso.

Improvvisamente.

Piegando la storia e gli eventi a quello che hanno in testa gli autori e non viceversa.

Quello che segue è il solito combinato disposto di noia e canonici schemi visti per 11 stagioni, triti e ritriti.

L'unica cosa che sembra cambiare, in questo pilot, è che, di tanto in tanto, qualcuno parli francese.

Stop.

Fermatevi.

Sabotate questa ennesima operazione commerciale fatta intorno ad un marchio che non è più, da tempo, sinonimo di garanzia.


Voglia di continuare a vederlo: 2

Voglia di consigliarlo: 4

Originalità: 0

Cast: 4

Comparto Tecnico: 4

Opening: 7

Dove Vederla: AMC

Anno di uscita: 2023

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