La prima stagione di The Bear era stata votata, per acclamazione, come una delle migliori rivelazioni degli ultimi anni.
E' solo con la seconda stagione, da poco rilasciata da Hulu/FX in America, che mi son reso conto della grandezza di questo show, uno show che avevo giudicato entusiasticamente, come si evince da questo post, lo scorso anno ma che ero lontano dal chiamare capolavoro.
Ebbene ragazzi e ragazze, oggi sono qui a dirvi che The Bear se non è un capolavoro, gli manca davvero un bit, un millimetro, un granellino di sabbia per diventarlo.
La seconda stagione sfugge via in un attimo, un attimo intenso, di puro godimento e di grande estasi seriale.
Potrei fermarmi qui, forse dovrei fermarmi qui visto che mi verrebbero in mente mille cose da dire a riguardo, conscio che nulla di quello che direi aggiungerebbe granchè a quello che la serie ha saputo raccontare in una seconda annata esplosiva.
La classifica LIVE 2023 ha un nuovo inquilino. Lo troveremo molto in alto?
Pronti e via e dopo qualche minuto The Bear offre la netta sensazione che gli autori abbiano in mente esattamente dove questa stagione andrà a parare.
Nel caos della cucina del fu Beef regna l'ordine totale in fatto di idee dietro le quinte.
Dall'inizio alla fine appare chiaro che tutto è stato studiato nel dettaglio e che ci fosse da sempre una precisissima direzione che gli autori volessero prendere.
Nonostante un ritmo altissimo, una confusione a tratti claustrofobica la seconda annata appare lucidissima nel tratteggiare i percorsi dei singoli personaggi e nel delineare le storyline principali.
Nei 10 episodi che compongono la seconda tornata abbiamo avuto modo di seguire più da vicino le vite di personaggi solo all'apparenza secondari come Marcus o Sidney o cousin Rich.
Tutti loro hanno avuto uno spazio importante in questa stagione, permettendo a noi spettatori di conoscerli meglio, di conoscere le insidie che hanno caratterizzato la loro vita e, di riflesso, anche le motivazioni che li hanno spinti a tuffarsi, anima e corpo, dentro la folle aspirazione di Carmen di aprire un ristorante stellato sulle ceneri del The Original Beef del fratello Michael (Jon Bernthal).
Quell'impresa diventa reale quando la brigata, capitanata da Carmy decide di affidarsi ad Uncle Jimmy (un pregevole Oliver Platt) in qualità di finanziatore di un progetto da mezzo milione di dollari.
La centralità di Uncle Jimmy in questa stagione è stata un ottimo pretesto per allargare lo sguardo sulla famiglia Berzotto e sui tormenti di un gruppo di persone legate dal sangue e da un'italoamericanità fortissima che esplode potentemente in uno dei migliori episodi degli ultimi anni, il sesto.
Fishes, questo il titolo dell'episodio, arriva inaspettato, proprio mentre seguivamo da vicino il lento e travagliato nascere del nuovo ristorante.
Improvvisamente ci troviamo di fronte ad una puntata differente in tutto, per tutto e su tutto rispetto a quello a cui eravamo abituati. Il minutaggio è più che raddoppiato. Per la prima volta ci troviamo di fronte ad un flashback completo. L'ambientazione è unica e, pur lasciando al centro un tavolo ed una cucina, non fa riferimento ad un ristorante. Abbandoniamo la maggior parte dei recurring per dedicarci anima e corpo alla famiglia Berzotto introducendo, per la prima volta, personaggi mai incontrati prima e questo incontro sarà una delle cose di più forte impatto e di enorme importanza dell'intero show.
Al netto dei personaggi, in pochissimi minuti ci rendiamo conto che ad impersonare queste meteore della narrazione interna a The Bear ci sono almeno 3 icone del piccolo e grande schermo.
La premio Oscar Jamie Lee Curtis irrompe nei panni di mamma Donna.
Bob Odenkirk, uno dei nostri più cari amici seriali grazie all'interpretazione di Saul Goodman in Breaking Bad e Better Call Saul, è, invece, Uncle Lee.
Sarah Paulson, musa di Ryan Murphy e protagonista di titoli da copertina degli ultimi anni come American Crime Story, Ratched, Mrs America e tanti altri, è la zia Michelle.
Accanto a questa triade di leggende ritorna un'altra icona seriale (e non solo) come Jon Bernthal, qui nuovamente ad assumere le sembianze di Michael, fratello di Carmy.
Un episodio entusiasmante, pazzo, vertiginoso, fulminante, interpretato da persone a cui qualche Dio in quel momento ha baciato la fronte condito da queste illustri presenze. Una gioia purissima. Un sussulto che non dimenticheremo.
Tutte e 3 le new entry avranno l'opportunità di mostrare i muscoli con Michelle a ricoprire il ruolo del grillo parlante nella testa di Carmy, invitandolo a scappare da quel luogo e da quei parenti tossici per la sua crescita ed Uncle Lee protagonista di uno scontro con Michael a colpi di forchetta che è già entrato nella storia della televisione. Sublime Bob Odenkirk nel rappresentare una testa caldissima e cocciuta come Lee attraverso una parlantina irrefrenabile ed una voglia di sfidare il prossimo a colpi di provocazioni.
A sparigliare le carte ed eclissare i pur fenomenali colleghi, però, è stata Jamie Lee Curtis che qui dimostra come vincere un Oscar non sia mai una cosa che avvenga per caso. La sua Donna è un personaggio che in pochi minuti cattura l'attenzione di ogni singolo spettatore. Una disperazione magnetica viene emanata da un personaggio che sembra raccogliere tutti i pesi e le contraddizioni della vita quotidiana di una madre sola, oramai più anzianotta, nevrotica, insicura e incontrollabile in uno dei giorni più importanti per una qualsiasi famiglia, figuriamoci per una famiglia italo-americana: la vigilia di Natale.
Donna racchiude una marea di stereotipi sulle nostre mamme, sulle nostre famiglie senza mai far diventare quei paradigmi una macchietta. L'abbondanza delle portate, la frenesia della preparazione, il voler fare tutto e di più per garantire ospitalità e benessere ai suoi tanti ospiti, la voglia di volere bene e farsi amare, di avere attorno a se i propri cari e al tempo stesso di ingerire su di loro, di ferirli, di ingabbiarli.
Non è un caso se Donna tornerà a farsi vedere, o meglio intravedere, nell'episodio finale e non è un caso se, nella sequenza finale Rich, per offendere oltre modo Carmy ed il suo orgoglio, gli farà notare quanto egli assomigli proprio a sua madre ovvero ad una donna incapace di dimostrare un amore sconfinato e per questo capace solo di allontanare ed umiliare i suoi 3 adorati figli.
Jamie Lee Curtis, dopo un Oscar credo abbia prenotato un Emmy nel 2024 (qui trovate le nominations di quest'anno condite da un succoso approfondimento).
Non sarà l'unico premio Oscar a passeggiare nella cucina di The Bear visto che, in uno dei tanti episodi stand alone dedicati all'esplorazione dei personaggi minori (che minori non sono ovviamente), incontriamo la sempre perfetta Olivia Colman, oggi impegnata in Secret Invasion. La Colman appare per pochissimi minuti eppure riesce a bucare lo schermo (come sempre!) ed essere protagonista di un momento con Rich che riemergerà prepotentemente nel finale con il racconto di come è nata quella passione, di come è nata quella ristorazione cosi ricercata, di come sia riuscita a costruire un modello grazie al suo ristorante tre stelle. Every Second Counts.
A giorni dal termine della visione del series finale ho sviluppato la convinzione che dietro quelle 3 parole si nascondesse un monito non tanto per gli chef ma per gli uomini e le donne dietro che si celavano dietro quel ruolo, quella vocazione.
Every Second Counts.
In un mondo che corre cosi veloce e dove la frenesia, per chi fa quel mestiere, è amplificata alla massima potenza, a contare sono i secondi, gli istanti. Sono quelli che determineranno la riuscita di un piatto, la riuscita di un servizio, la riuscita di un menù. Sono i secondi trascorsi a barcamenarsi da una postazione all'altra, tra una preparazione e l'altra, tra un problema da risolvere e l'altro, a determinare il successo della brigata, del ristorante, del progetto.
A prezzo di cosa?
Every Second Counts.
In questa stagione fa la sua comparsa un altro personaggio meraviglioso e determinante.
Si tratta di Claire, donna venuta ancora una volta dal passato di Carmy come scopriremo a più riprese nel corso della stagione. Claire ha una cotta per Carmy da sempre e Carmy per lei eppure i loro sguardi, corpi, le loro anime non si sono mai abbracciate, mai incontrate del tutto. Un incontro occasionale, in un supermercato, li rimetterà sulla stessa strada. Sarà un riconciliarsi brevissimo ma intenso. Gli sguardi che i 2 si scambiano, grazie anche ad una performance stratosferica sia di Jeremy White Allen e Molly Gordon, travolgono anche noi spettatori raccontandoci, in pochissimi istanti, di un trascorso fra i 2 non detto, mai narrato, mai sviscerato, eppure cosi vivo, vegeto, presente, lampante.
Nonostante questa fiammata dolce e ammaliante, Carmy deciderà di lasciare a Claire un numero di telefono sbagliato.
Lapsus o decisione consapevolissima?
Every Second Counts.
Carmy non ha conosciuto altra soddisfazione che la cucina. La vita da chef lo ha elevato ed estraniato da quel mondo familiare fatto di macchine schiantate dentro il soggiorno, forchette lanciate, epiteti, disoccupazione, arrangiarsi, debiti, paranoia. Per Carmy la cucina è stata la via d'uscita a tutto quello ma anche l'ingresso in un altro tunnel, il tunnel della solitudine, dell'annichilimento di ogni forma di "amusement or joy". Il ragazzo si è convinto sempre più, nel tempo, di aver ottenuto quei traguardi proprio grazie al fatto di essersi liberato del peso degli affetti, dell'amore, dei legami.
Ritrovare Claire lo farebbe piombare in un vortice di "amusement or joy" che gli impedirebbe di essere concentrato anima e corpo nel suo nuovo progetto. Dalla sua focalizzazione dipenderebbe il successo del nuovo ristorante. Un Carmy deconcentrato, un Carmy preso anche da altro, assorbito dall'"amusement and joy" che Claire gli garantirebbe, significherebbe deludere la sua brigata, rallentarla, impedire a tutti di raggiungere l'obiettivo della stella.
Ma è davvero cosi?
Lo splendido, splendido, splendido finale riesce a lavorare metaforicamente e brutalmente con questo tormento.
E' la serata dell'apertura. Tutte le persone più importanti per ogni singolo componente della brigata son presenti al ristorante per la prima cena, quella inaugurale del ristorante che abbiamo visto letteralmente nascere nelle puntate precedenti, tra mille fatiche e imprevisti.
Ci siamo.
Si parte.
Il chaos menù sarà finalmente degustato da qualcuno.
E' il momento della verità.
E c'è anche Claire.
Qualcosa va storto.
C'è lentezza e un pizzico di paura in cucina.
Carmy è il più nervoso e a tratti confuso.
Finirà per trascorrere gran parte della serata bloccato in una cella frigorifero.
Every Second Counts.
Quello che sembrava un incidente sfortunato si rivelerà un abile espediente per portare al drammatico punto di rottura finale.
Every Second Counts.
Per Carmy quel grosso imprevisto sarà un momento catartico. Dovrà fermarsi. Sedersi giocoforza in panchina. Non potrà aiutare. Non potrà cucinare. Non potrà servire. Non potrà preparare nulla. Non potrà urlare. Non potrà ringraziare. Non potrà presentarsi in sala. Non potrà raccogliere critiche o applausi. Non potrà godersi quella serata che aveva preparato da mesi.
Every Second Counts.
Mentre Rich, sicuro e confidente di sè riporta il sereno e l'ordine nel Chaos per Carmy tutto sbiadisce, tutto sfuma, tutto diventa un caos ancora più gigantesco, proprio come il menù che aveva ideato.
In quel caos cercherà chiarezza e la troverà nel posto sbagliato.
Every Second Counts.
La "colpa" di quell'evento sfortunato sarà, per lui, il suo essersi lasciato andare ad "amusement or joy", il suo essersi lasciato trasportare in una romantica e bellissima storia d'amore. La colpa sarà di Claire. La colpa sarà della ragazza della porta accanto che lo aveva fatto riemergere dalle ceneri di una vita non più vita vera, non più vita reale ma appiattita totalmente sul lavoro. La colpa sarà dell'amusement and joy e del fatto di aver anche solo pensato di poterla fare franca, di poter ambire a vivere una vita soddisfacente sotto tutti i punti di vista.
Every Second Counts.
Dall'altro lato della cella frigo c'è Claire che ascolta tutto quello che un inconsapevole Carmy ha da rimproverare a se stesso.
E' una scena che strazia l'anima.
Every Second Counts.
Non sarà l'ultima.
Every Second Counts.
C'è ancora tempo per un confronto accesissimo fra Rich e Carmy ma soprattutto c'è tempo per noi, e per Carmy di ascoltare un messaggio vocale che Claire gli aveva inviato nel pomeriggio.
Every Second Counts.
"I Love You".
Every Second Counts.
Il cuore si frantuma in mille pezzi.
Quello di Carmy e il nostro con lui.
Questa è stata The Bear 2. Questa è la nuova serie tv da aspettare con ansia, anno dopo anno.
Questa è la rivelazione del 2022 che oggi è divenuta un assoluto cult.
Sceneggiatura: 9,5
Regia: 7,5
Cast: 9
Genere: Dramedy
Complessità: 7
Originalità: 9
Autorialità: 9,5
Intensità/coinvolgimento emotivo: 10
Profondità: 8,5
Contenuti Violenti/Sessuali: 1
Intrattenimento: 7
Opening: 1
Soundtrack: 8,5
Produzione: FX
Anno di uscita: 2023
Stagione di riferimento: 2
Voto complessivo: 9,5
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