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Ahsoka è un purissimo distillato di Star Wars (sinora)

Ho da poco concluso il sesto episodio della prima stagione di Ahsoka, serie spinoff di The Mandalorian, a sua volta spinoff dell'intera saga di Star Wars. Avevo pensato di scrivere un post intermedio, in attesa del finale di stagione, già dopo la bellissima quarta puntata ma solo dopo il quinto episodio (nel frattempo, divenuto cult) ho deciso di farlo. E' trascorso qualche giorno da quella decisione presa e alla fine eccomi qui, in notevole ritardo rispetto ad una recensione di mid-season ma colmo di gioia per aver assistito ad alcune delle più belle cose che siano capitate al franchise negli ultimi anni.

Prima di proseguire, permettetemi di ricordarvi che vi aspetto su tutti i miei canali social, compreso telegram.

ahsoka

Ho voluto regalare l'immagine di copertina ad una delle sequenze a mio avviso più belle, emozionanti e pregne di significato della recente storia televisiva (e non). In uno sfondo polveroso e crepuscolare che sembra ricordare il Blade Runner 2046 di Villeneuve, si muove la sagoma di Anakin Skywalker, alternando la figura del giovane Jedi a quella del futuro Darth Vader. Il Jedi divenuto il male incarnato è forse una delle testimonianze più diffuse di cosa sia stata, e sia ancora, la cultura pop. Quella sequenza ci riporta al suo passaggio e a come quella transizione avvenga in conseguenza di scelte, eventi e motivazioni specifiche che hanno colto quel personaggio. Non a caso, Dave Filoni sceglie di mostrarcela durante le guerre mandaloriane quando Ahsoka era una giovane Padawan del cavaliere Jedi. E' un flashback quello a cui assistiamo? In un certo senso si anche se la sua vera sostanza è quella di proiezione mentale dovuta all'approdo di una sconfitta e morente Ahsoka nel Mondo tra i Mondi, dimensione alternativa mai vista su schermo finora (se non in Star Wars Rebels), in cui Ahsoka incontra il suo maestro Jedi. Avevamo più volte intuito, nel corso delle puntate precedenti, che tra i 2 qualcosa si era rotto durante l'addestramento, al punto da impedire che quest'ultimo si concludesse. Una situazione irrisolta che aveva lasciato Ahsoka in una sorta di limbo lei che Jedi lo era poi diventata senza mai abbracciare totalmente la Forza, la Luce, il Bene ed, ovviamente, senza mai tuffarsi nelle braccia del lato Oscuro come aveva fatto il suo Maestro.

E' in questo momento, con Baylon capace di sconfiggerla, Sabine di deluderla, la Repubblica di abbandonarla, che Ahsoka ha più bisogno di risolvere ciò che era stato sin lì irrisolto.

L'incontro con Anakin (mi è piaciuto molto il sempre criticatissimo Hayden Christensen in questa versione del cavaliere Jedi) avviene al momento giusto permettendo alla troguta di andare incontro al proprio destino.

Sono sequenze oniriche ma palpabilmente reali per tutto ciò che conosciamo di Star Wars. Sono scene da urlo poichè abbracciano la mitologia con un calore visto raramente nell'ultima trilogia e nelle tante serie spinoff.

L'operazione riesce benissimo proprio perchè non da l'aria di essere un'operazione studiata ad arte per "spolpare" la saga ancora un po'.

Ho da poco inaugurato la Hall of Fame delle serie Tv! La trovate qui.

ahsoka

Il merito dell'operazione che non sembra un'operazione è tutto di Dave Filoni, destinato a diventare per Star Wars quello che Kevin Feige è stato per la Marvel con l'aggiunta, a mio parere, di qualcosa in più in termini tecnico-narrativi visto che Filoni, al contrario di Feige, ha le mani in pasta in tutto il materiale sul quale è coinvolto partecipando alla stesura delle sceneggiature dei progetti in cui è coinvolto e, molto spesso, alla regia. La sua mano si vede e qui in Ahsoka riesce a pennellare maestosi dipinti che finiranno dritti nella più prestigiosa delle gallerie seriali.

Dalla suddetta sequenza Anakin/Darth Vader alla storia raccontata da Huayang in apertura di Part VI dove il droide avvia il suo racconto con il leggendario "A long time ago in a galaxy far, far away", passando per la battaglia con tanto di spada laser fra Anakin e la giovane Ahsoka, fino alla sequenza "collodiana" con i Purgill in cui una Ahsoka di mantello bianco vestita si avvicina alla bocca della più grande fra le balene volanti cosi come Pinocchio fece nel celeberrimo e omonimo racconto di Collodi, e ancora il mostrare un viaggio intergalattico dall'interno, l'incontro con il Grande Ammiraglio Thrawn (Lars Mikkelsen).

Sono veramente tanti i momenti che ci porteremo dietro ma non è stato solo questo a rendere Ahsoka, sin qui, qualcosa di memorabile.

A differenza di Kenobi, in cui qualche bella scena l'avevamo intravista ma che mancava di spessore e appariva quasi mai ragionata, in Ahsoka tutto sembra abilmente studiato, pensato, ideato, processato ed, infine, realizzato. Vi è una cura nei dettagli apprezzabile ed ogni evento è accompagnato da una degna costruzione e da uno slancio emotivo mai banale.

I personaggi, nella loro interezza, sono trattati con i guanti di velluto a livello narrativo. Ognuno di loro riesce a trovare spazio. Ognuno di loro riesce a trovare dignità narrativa. Ognuno di loro riesce a trovare un posto nei blocchi dello show e dell'intera mitologia.

Baylan Skoll, interpretato dal compianto Ray Stevenson, trova nell'attore il suo perfetto alter-ego. La voce possente, la corporatura, l'andamento, la solennità che questo personaggio controverso emana sono perfettamente in linea con quanto un personaggio del genere avrebbe da offrire. Al tempo stesso, Sabine Wren (su cui prima o poi mi aspetto uno spinoff dedicato) riesce a combinare lo spirito ribelle e avventuriero di molti giovani padawan, mescolato ad un cuore ed una testardaggine che riescono a renderla una mina vagante deliziosa. Paradossalmente, il più riuscito dei personaggi sembra essere un personaggio inanimato. Huyang, grazie al doppiaggio meraviglioso di David Tennant, ruba la scena ogni qualvolta Ahsoka o Sabine interagiscono con lui. Momenti di comic relief ma anche commozione riguardano il droide a cui è affidata, anche, una sorta di memoria storica delle trilogie e puntate precedenti.

Avete dato un'occhiata agli ultimi post? Li trovate tutti qui.

Ahsoka

Come accennavo inizialmente, la mia avventura è a 2 passi dal termine visto che la prima stagione di Ahsoka sarà composta da 8 episodi.

Il bilancio sarà meglio farlo alla fine ma, arrivati a tre/quarti della stagione, credo sia abbastanza affidabile dire che lo show ha superato le mie più rosee aspettative generando in me, ed in molti fan e critici esperti, un grande entusiasmo.

Ho letto, ad esempio sul The Guardian, che Ahsoka sarebbe, comunque, l'espressione di un trend commercialmente rilevante ma narrativamente vuoto preso dalla saga. Pur motivando bene questa teoria e pur avendo ragione di esistere in serie come The Book of Boba Fett e Kenobi, credo che Ahsoka, al pari di The Mandalorian, abbia ben altre intenzioni e ben altri meriti. Riuscire a prendere un personaggio fin qui marginale nelle trilogie (dove non è mai apparsa e credo mai nominata) e nelle altre serie (serie animate e The Mandalorian unici spazi in cui l'abbiamo vista), e farlo diventare centrale in tutta la poetica vera della saga è qualcosa che riesce solo quando a guidare queste operazioni vi è una grande mente. Serialmente è riuscito solo a Gilligan e Gould con Breaking Bad e Better Call Saul a mio avviso, con la HBO intenta a fare qualcosa di simile con i derivati di Game of Thrones. Dave Filoni appare illuminatissimo in tal senso, riuscendo a restituire un'immagine autentica di quello che Star Wars è sempre stato.

Un mondo unico, costellato di creature immaginifiche e dove, nel continuo ciclo della storia (ben sottolineato da Baylan nel sesto episodio) si alternano Jedi e Imperi, tra un duello con spada laser e l'altro, fra anelli iperspaziali e navicelle fantastiche, girovagando tra un pianeta e l'altro, senza sosta, senza pace ma sempre con tanta, tanta, tanta Forza!

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