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La Scelta di Kim (e la nascita di Saul Goodman)

Mancavano ancora 3 episodi al termine di Better Call Saul mentre le mie dita battevano sulla tastiera del pc "queste parole".

L'episodio più prossimo, davanti a me, era il terzultimo. Il suo titolo, il solo titolo rappresentava la manifestazione concreta della poesia e della maniacalità che scorre nelle vene degli sceneggiatori. "Breaking Bad" sarebbe stato il titolo dell'episodio numero 61 di Better Call Saul. Il quindicesimo episodio della seconda stagione di Breaking Bad si intitolava "Better Call Saul". In quella puntata Breaking Bad presentava Saul Goodman ovvero il personaggio da cui sarebbe nato lo spinoff che tutti oggi consideriamo un capolavoro assoluto della serialità e non solo. Nell'episodio "Breaking Bad", con ogni probabilità, Better Call Saul presenterà al suo pubblico i personaggi di Breaking Bad più iconici, ovvero Walt e Jessie.

Se non è poesia questa, se non è ossessione magica questa, ditemi voi cos'è.

Ma oggi non sono qui per parlare di questo splendido intreccio per tornare su quella che è stata, probabilmente, la chiave di tutto, la scelta che ha cambiato e definito ogni percorso che ha riguardato il personaggio interpretato da Bob Odenkirk da quel momento in poi.

Oggi riprendo quanto avevo analizzato in un post interamente dedicato a Kim Wexler ed alla sua drammatica scelta avvenuta nel nono episodio, dal titolo Fun & Games (qui una recensione completa). Se in quell'articolo provavo a raccontare lo spessore di quella scelta e cosa significava per Kim, oggi vorrei partire da quel momento ed analizzare cosa ha significato quella decisione per Jimmy/Saul/Gene.

Kim decide di lasciare Jimmy. Non raddoppia. Non si tuffa a capofitto in una vita spericolata ma pienissima insieme al suo amato ma decide di troncare tutti i fili che la collegavano al recente passato (l'avvocatura, la convivenza, l'amore) pur di evitare che le cose deraglino ulteriormente.

Per capire bene di quanto sia enorme l'impatto di quella separazione basta servirsi di quel magistrale skip time con cui gli autori spezzano quella scena drammatica in cui Kim sta chiudendo la porta a Jimmy per catapultarci in un futuro prossimo a noi noto, un futuro in cui Jimmy è morto ed è nato Saul.

Per immagini, senza avere bisogno di didascalie, voice over o spiegoni, gli autori ci hanno raccontato una transizione che sapevamo essere inevitabile ma che speravamo non arrivasse ai nostri occhi, e ai nostri cuori, forzata.

Per quasi 60 episodi ci è stato dipinto un Jimmy abile nella truffa, autore di escamotage spesso pericolosi ed al limite della legge, equilibrista scanzonato fra il lecito e l'illecito, flirtatore del crimine ma sempre, sempre, sempre umanissimo, disposto a tutto per i propri affetti, disponibile a qualsiasi compromesso pur di ritagliarsi uno spazio esistenziale sereno e vero prima con se stesso e le proprie ambizioni, poi con la sua quasi idolatrata Kim. Jimmy ne ha combinate tante ma mai ha fatto qualcosa che potesse ledere al suo rapporto con Kim, semmai è accaduto il contrario quando Kim ha scelto di tenere Jimmy all'oscuro della sopravvivenza di Lalo (anche in questo caso scelta fatta per amore e per una buona dose di autopreservazione da parte della donna).

Agli autori l'arduo compito di giustificare, a pochi episodi dal termine, l'assenza di Kim in Breaking Bad e l'evoluzione netta di Jimmy e la sua trasformazione in Saul.

L'addio di Kim, esplicitato in quel modo, preceduto dalla morte di Howard e da tutto quello che sappiamo, ha permesso a noi tutti di gustarci una transizione da Jimmy a Saul perfetta, inequivocabile, senza alcuna sbavatura.

Kim lascia Jimmy e, forse non volontariamente, uccide Jimmy, o quel che restava di lui. La morte metaforica di Jimmy segna la nascita di Saul.

I tratti più scanzonati ma umani di Jimmy lasciano spazio a quel rapace che sarà Saul.

Kim uccide Jimmy e fa nascere Saul.

Lo Skip Time ci mostra tutto ciò con un'efficacia rara.

Un attimo prima eravamo con Jimmy che provava a convincere Kim, che provava a cancellare tutte quelle cose orrende che erano capitate ad entrambi, che spergiurava che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di continuare ad averla accanto.

Quell'abbandono ha fatto male, malissimo, ha strappato il cuore dal petto di un uomo che per tutta la vita aveva dovuto cercare l'approvazione di Chuck e di tutto il mondo intorno a lui e che solo con Kim era riuscito ad essere se stesso pienamente, ad essere accettato completamente da un altro essere umano, ad essere amato incondizionatamente.

Un Jimmy ferito si risveglia in un letto baroccamente adornato, in compagnia di una prostituta. Il capello ordinato e da bravo ragazzo fa spazio ad una calvizie feroce, il pudore dei momenti con Kim si trasforma in un volgare girovagare in una casa enorme ma vuota, nudo, con un corpo cadente a sostegno ed un ritmo frenetico che cadenza una giornata in cui il lavoro assorbirà tutta la giornata di Saul Goodman. La vita privata si appiattisce e viene inglobata da quella professionale. Immancabile come una protesi, il cellulare, accompagnato da un grosso auricolare, è l'unica compagnia che il nuovo Jimmy può concedersi. Sotto la doccia. Durante una fugace colazione. In mezzo al traffico.

L'auto gialla e "scassata" è sostituita da un auto di lusso. I vestiti " buoni" ma eleganti, rimpiazzati da cravatte colorate, abiti alla Al Capone e accessori di ogni tipo. Il Jimmy che conoscevamo non esiste più.

Resta solo il riflesso di quello che Jimmy sognava di essere da decenni quando, al cospetto di Chuck, smaniava di essere un avvocato di successo.

Kim è sparita dalla vita di Jimmy e dai suoi comportamenti e, di rimando, Kim sparisce dall'universo Breaking Bad.

L'omicidio metaforico di Jimmy giustifica la trasformazione di quest'ultimo in Saul, ne giustifica la mancanza di empatia, ne giustifica l'assenza di modi, ne quantifica l'arroganza. L'argine tra Jimmy e Saul era Kim. Senza quell'argine la diga ha straripato e ha travolto l'uomo che c'era prima.

Pochi minuti per dare senso a tutto, pochi minuti per scrivere un capitolo indelebile nel libro della storia della tv. Pochi minuti per salutare Kim e con lei Jimmy e per abbracciare l'arrivo di Saul Goodman.

Seguirà un'altra (e definitiva?) trasformazione, quella in Gene, quella che ci consegnerà un uomo spento, solo, malinconico a rivedere se stesso attraverso lo schermo di una piccola tv posta in salotto (cosi si chiudeva il cold open del pilot di Better Call Saul. Che poesia!).

Nel riflesso di quella tv cosa avrà trovato Gene Takovic?

Kim o Saul?


P.S.


In ogni caso, visto che è online, vi lascio alla recensione fiume (45 minuti di lettura stimati) del finale di Better Call Saul.

La trovate qui:

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