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Ted Lasso: buone maniere e buoni sentimenti per non essere mai perdenti, nel calcio e nella vita


Come definire quelle serie che inizi a guardare per pura curiosità, per il puro vezzo di poter dire e poterti raccontare di "aver visto anche questa" ma che poi, di soppiatto e inaspettatamente, ti entrano nel cuore fino ad occupare un piccolo ma gradevole posticino nell'album dei ricordi seriali?

In America li definirebbero underdog, noi in Italia ci accontenteremmo di chiamarle serie di nicchia eppure nessuna delle 2 etichette sarebbe ben cucita addosso a Ted Lasso, l'ultima fatica di Apple TV già diventata un piccolo cult.

A provocare un tumulto di gif, meme e vorticosi post in tutto il web è soprattutto, ma non solo, il suo protagonista, Ted Lasso per l'appunto.

Incarnato da un volto noto, notissimo della tv oltreoceano come Jason Sudeikis, Ted Lasso è già una figura al centro dell'immaginario collettivo.

In soli 10 episodi è finito per essere un viso che in molti conoscono e che in futuro forse tutti, ma proprio tutti conosceranno. Cosi come oggi tutti, anche chi non ha mai visto una serie tv, conosce il volto o quanto meno il nome di Walter White o Jon Snow, state pur certi che entro il 2025 quasi tutti conosceranno il volto o quanto meno il nome di coach Ted Lasso.

Quest'oggi ero indeciso se scrivere di Raised By Wolves o di Ted Lasso.

Sono 2 serie uscite recentemente e di cui vale la pena parlare in quanto papabili presenze di una top 10 2020 conquistata con le unghie e con i denti. Eppure son 2 serie che stanno agli antipodi.

Nel decidere da quale iniziare ha pesato in maniera preponderante un fattore: la semplicità.

Parlare di Raised By The Wolves sarebbe stata una fatica immane, il solo pensiero, di dover trovare le parole giuste (e semplici) per raccontarvi una serie cosi complessa, fa venire il mal di testa.

Parlare di Ted Lasso sembra essere invece la cosa più facile del mondo.

Il motivo è che la serie Apple TV vuole essere poco sofisticata, vuole essere per tutti, vuole raccontare sentimenti se vogliamo banali, primordiali, basici ma senza che essi sembrino a noi cosi banali, primordiali e basici.

Per farlo sceglie di ambientare la storia di questo straordinario, ma quanto mai ordinario, allenatore, nel mondo del calcio.

Scelta non casuale perchè consente ad Apple di allargare il bacino di utenza anche ad un pubblico poco avvezzo alla serialità ma certamente "malato di calcio".

Ted Lasso sembra voler catturare chi nella sua cameretta ha affisso il poster del suo calciatore, o della sua squadra preferita, chi tra la fidanzata e lo stadio sceglierà sempre lo stadio, chi nel proprio zaino porta con se la sciarpa coi colori della propria squadra ovunque si trovi.

Parlare di calcio, o meglio servirsi del mondo del "pallone" per parlare di altro è una mossa intelligente perchè permette di catturare milioni di persone che mai avrebbero pensato di poter rivedere dinamiche a loro familiari in una serie tv. Sembra strano ma di serie tv sullo sport più famoso al mondo non ve ne era stata ancora traccia.

La genialata di Apple è stata quella di unire al tema calcistico quello legato ad un altro sport famosissimo, specie in America: il football americano.

Ted Lasso è, infatti, un allenatore di discreto successo negli sport americani che viene catapultato in uno sport non suo come il calcio ed in un mondo non suo come quello britannico.


Una piccola squadra di Premier League (la serie A calcistica inglese) di nome Richmond è in difficoltà e vive un momento di transizione a livello societario.

Per risollevarne le sorti e sperare (almeno apparentemente) nella salvezza, la nuova presidentessa Rebecca Welton (Hannah Waddingham) sceglie un coach sconosciuto e che mai ha allenato prima d'ora una squadra di calcio.

Ted Lasso sbarca in Inghilterra con un curriculum in bianco e un approccio antitetico a quello che è il classico modo di vivere il calcio da parte degli inglesi.

Ben presto scopriremo che dietro questa scelta si nasconderà il desiderio della bella manager di vendicarsi del marito milionario e fedifrago, ex proprietario del Richmond e legato alla squadra da un sentimento di passione estrema oltre la quale esiste poco o nulla.

Ted Lasso, con la sua ingenuità e la sua inesperienza, viene visto da Rebecca come uno strumento di punizione perfetto verso il marito Rupert.

La stampa, i tifosi e i giocatori reagiranno con sprezzo e ilarità all'arrivo del coach a stelle e strisce. La sua conferenza stampa di esordio sarà un disastro.

Il primo impatto con il team da dimenticare.

L'approdo in Premier League una disfatta.

Ted Lasso è, però, un uomo che non si perde d'animo, un uomo che vive con il mantra "believe" nella mente ma anche fisicamente visibile sugli specchi e le pareti di casa e dello spogliatoio, un uomo per cui la parola sconfitta non fa rima con risultato negativo sul campo, un uomo che decostruisce il signficato di "perdente" per riportarlo ad una dimensione più umana ed interpersonale.

Ted è l'uomo che serviva al Richmond per ritrovare la sua anima, e, più in generale, la persona che serve e servirebbe allo sport per ritornare al suo antico splendore e ritrovare i suoi antichi valori.

Sarà questo suo spirito, man mano, a conquistare la fiducia, il rispetto e la stima di tutti, ribaltando un risultato negativo che sembrava scontato agli occhi di tutti.

Jason Suidekis è perfetto nell'incarnare una figura genitoriale per ragazzotti talentuosi e viziati alla Jamie Tart, per rappresentare per Rebecca la via d'uscita da una gabbia dorata e maledetta nella quale essa stessa ha saputo rinchiudersi a causa del rapporto malato con il ricco Rupert, per essere la spalla perfetta per un veterano come Roy Kent o un tuttofare timoroso e bullizzato come Nate.

Ted Lasso è un uomo buono ma coraggioso, coraggioso perchè sa andare oltre la superfice, sa scavare dentro gli occhi e le vite degli altri, sa ricostruirne lo spirito, sa motivare come nessun altro saprebbe fare.

Il fatto che sia anche un coach completamente inutile dal punto di vista tecnico - tattico contribuisce a rendere questa serie un gioiello di divertimento puro, sempliciotto se vogliamo ma mai banale.

Non è un caso che dietro questa magnifica operazione di Apple Tv ci sia Bill Lawrence, la mente dietro i 182 indimenticabili episodi di Scrubs, una delle comedy più folli, divertenti ed emozionanti della storia della tv.

Apple TV fa centro anche sul versante comedy. Lo fa dopo aver ricevuto il primo Emmy grazie a The Morning Show, aver portato capitan America (Chris Evans) in un thriller tosto come Defending Jacob, aver esplorato tutti i generi possibili fino a sfidare i grandi dello spy drama con Tehran.

Ted Lasso è forse la sua opera più pronta a fare il salto dall'essere bella e apprezzata all'essere bella, apprezzata e nota a tutti.

Il merito è di un mix fra buoni sentimenti raccontati con un humor che ricorda Scrubs ma non lo copia, un'ambientazione che farà brillare gli occhi a milioni di sportivi, un cast non stellare ma al perfetto servizio dei personaggi, un protagonista impossibile da odiare e la capacità di darci delle lezioni di vita senza avere mai la presunzione di salire in cattedra e giudicarci.

In questo senso il finale della prima stagione è memorabile perchè riesce a raccogliere tutto quanto seminato da Ted e dalla serie, rivoluzionando il concetto di vittoria, di salvezza, di riscoperta delle cose importanti.

In un 2020 costellato da disgrazie, sfortune, tragedie, tutti noi abbiamo (quantomeno a parole) riscoperto il piacere dei rapporti interpersonali, la lentezza di una vita fatta più di torte fatte in casa che di corse al supermercato, più di abbracci ideali con le persone amate che di amori a prima vista con follower virtuali e sconosciuti, di tempo libero valorizzato da noi stessi e non travolto dalla nostra inesauribile, inconsistente e inconsapevole voglia di consumare le novità del momento, di consumare noi stessi ed il nostro spazio vitale.

Ted Lasso è copernicano perchè è semplice, è banale, è in opposizione a tutto quello che fino a ieri ci sembrava un percorso prestabilito.

I baffoni di questo life coach televisivo sembrano averci regalato, fra mille risate e sorrisi, la possibilità di ridisegnare il mondo intorno noi, indovinate un pò grazie a cosa? A noi stessi, alla presa d'atto che il calcio può essere la metafora di una vita vissuta all'aperto, con gli occhi al cielo, lo sguardo proiettato ai nostri compagni, le braccia tese a chi ne ha più bisogno, la mente dedita a chi amiamo e chi ci ama, senza perdere di vista un obiettivo comune.

Chiamatelo buonismo, chiamateli perdenti se volete ma Ted Lasso ed il suo team ci hanno permesso di stare nuovamente bene con noi stessi e con il mondo, anche se solo per lo spazio di 10 episodi. Ecco perchè Ted Lasso è una delle novità migliori dell'anno, ecco perchè, nonostante non sia stata pubblicizzata come la nuova Lost, la nuova Breaking Bad, la nuova Game of Thrones, essa è una serie tv da inserire nella vostra watchlist immediatamente.



 

Trama: 6,5

Sviluppo Personaggi: 9,5

Complessità: 6

Originalità: 7

Cast: 8

Impatto sulla serialità contemporanea: 6+

Componente Comedy: 9,5

Componente Drama: 7

Comparto tecnico: 6

Regia: 6

Intrattenimento: 10

Coinvolgimento emotivo: 10

Soundtrack: 6,5

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