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Emmy Awards 2020: vinti, vincitori e grandi assenti - analisi della serata

Come saprete di certo, questa notte sono stati assegnati i 74esimi emmy award 2020.

Stamattina vi ho anticipato, in questo post, tutti i vincitori della rassegna televisiva più importante dell'anno.

Una manifestazione che ogni tanto genera tanto interesse, fra chi li snobba, chi li critica, chi li adora, chi li prende come punto di riferimento. Un pò come accade per il festival di Sanremo, molti ne parlano male, ma ne parlano.

Personalmente ritengo che, in quanto massima espressione (almeno sulla carta) di quanto messo in onda nell'anno di riferimento, gli Emmy Awards debbano essere un momento cruciale per ogni appassionato seriale, specie se, come nel mio caso, si ambisce ad essere una persona capace di veicolare, informare, "educare" i propri lettori (pochi o tanti che siano) all'enorme offerta televisiva sotto i nostri occhi, e telecomandi.

Ecco perchè ho sempre immaginato gli Emmy Awards come l'evento al quale aggrapparsi per fare il punto della situazione, lo stato dell'arte sull'annata seriale. Nel farlo è importante mettere in campo tutto lo spirito critico possibile, esercitando il diritto di analisi e di critica e non il solo diritto (sacrosanto) di polemica verso una manifestazione con tante note dolenti, tanti demeriti, atavici problemi ma che comunque la si pensi è in grado di esprimere il meglio della serialità contemporanea.

L'importanza di questo momento è stata resa evidente da uno speciale Emmy Awards 2020 che troverete nella homepage di serialfiller.org e da oggi finirà negli archivi ma che sarete sempre in grado di ripescare dal box dedicato e a questo link.

Per chi si fosse perso tutti gli articoli di approfondimento, vi rimando ad ogni singolo post in cui sono stati dettagliati i nominati categoria per categoria, analizzati i pro e i contro di quelle nominations e ci si è sbilanciati in pronostici risultati più o meno "azzeccati".




Nelle puntate Precedenti


Tornando alla scorsa notte le soprese sono state tante, forse molte più di quelle attese.

Ci sono state 3 sentenze definitive. Una cassazione su questo 2020 televisivo:


  • Watchmen

  • Schitt's Creek

  • Succession

Mai come quest'anno, l'academy ha voluto dare delle indicazioni nette.

Le 3 serie tv sopracitate hanno dominato le macrocategorie legate rispettivamente a:

  • Miniserie

  • Comedy

  • Drama

Alle altre serie tv, e ai loro attori, sono rimaste le briciole.





Miniserie


Era nell'aria e non ci sono state (per fortuna) sorprese: Watchmen ha dominato la serata, conquistando la statuetta come miglior miniserie, vincendo i premi legati alla miglior sceneggiatura, migliore attrice e miglior attore non protagonista. Rimasti a bocca asciutta Jeremy Irons (Ozymandias nella serie) e Jean Smart (Spettro di Seta). Qualcuno si aspettava che per Watchmen ci fosse l'en plein ma Mark Ruffalo e Uzo Aduba erano avversari difficili da battere.

Per una volta, tutti daccordo. Watchmen è stato il programma televisivo dell'anno, probabilmente l'unica serie tv in lizza che fra 50 anni sarà ancora ricordata universalmente come "quella serie tv che nel 2020 cambiò le carte in regole e significò qualcosa dentro e fuori l'universo seriale". E' lei la nota più positiva e meno controversa della serata.

Lo è anche perchè laddove non è riuscita a vincere, ha dovuto cedere il passo a 2 degnissimi avversari.

Mark Ruffalo è stato superbo in I Know This Much is True. La sua vittoria era auspicabile, anche se meno attesa di quelle ottenute dalla serie di Damon Lindelof. Con essa condivide la casa di produzione, la rete che le ha ideate ed ospitate entrambe, quella HBO su cui torneremo più avanti in questo articolo e che in un certo senso è la vera vincitrice della serata. La performance attoriale di Mark Ruffalo è stata segnate. Un'intensità ed una capacità di lavorare sulle sfumature del suo (doppio) personaggio che raramente si era vista sul piccolo schermo.

Qualche perplessità in più lascia la vittoria di Uzo Aduba, come sempre bravissima, anche ora che ha smesso i panni della detenuta schizofrenica in Orange is the new Black, parte fondamentale di un cast meraviglioso come quello di Mrs America. Forse non è stata la sua la migliore prestazione ma è di sicuro un segnale importante aver premiato un membro del cast di una serie tv cosi importante e attuale come è stata Mrs America. Di certo non è casuale che questa vittoria sia arrivata nell'anno del record per le vittorie di attori di origine afroamericana. Meritata ma forse qualcuno meritava di più.



Comedy


Ed è nelle comedy che ci sono state, anzi c'è stata (al singolare) la sorpresa più roboante. Un botto partito da Los Angeles e udito in tutto il mondo.

Schitt's Creek ha letteralmente dominato, asfaltando la concorrenza in una maniera inaudita, semplicemente inaspetttata ad ogni latitudine. Non c'era un singolo sito specializzato che avesse previsto questa ondata di premi. Ogni premio della categoria comedy è andato a Schitt's Creek. E' stato forse un modo per accomiatarsi da una bella serie tv che mai prima d'ora aveva fatto parlare di sè in maniera cosi evidente.

Meritato? Difficile a dirsi. Probabilmente Schitt's Creek meritava qualche premio ma non meritava tutti i premi. Il cast di The Marvelous Mrs Maisel era il grande favorito e onestamente sembrava essere 2 spanne sopra i colleghi di Schitt's Creek. Parlando, poi, di serie tv concluse quest'anno, The Good Place aveva sicuramente qualcosa da dire e non averla premiata ha lasciato l'amaro in bocca.

Il trionfo di Schitt's Creek va sicuramente metabolizzato, non banalizzato, ma a caldo sembra essere abbastanza inspiegabile.





Drama


Sui Drama va fatta una premessa doverosa, una premessa ampiamente anticipata nel post del 29 luglio. Nonostante 8 serie tv stupende, mancavano almeno 3 prodotti in grado non solo di competere per le nominations ma addirittura per la vittoria. The Good Fight e soprattutto Mr Robot meritavano di essere presenti. Mr Robot meritava la vittoria. A loro si aggiungeva una sontuosa stagione finale di Homeland, completamente snobbata (per i best of 2019-2020 vi rimando alla sezione classifiche)

Restava solo un ultimo baluardo, quel Better Call Saul che ha fatto meraviglie nella quinta stagione, scomodando un paragone illustre con la serie madre da cui deriva, quella Breaking Bad con la quale condivide l'universo narrativo e, per molti, il primato da contendersi su quale sia la migliore serie all time. Poteva, dunque, una serie tv per molti tra le migliori di tutti i tempi lasciarsi scappare la vittoria all'Emmy?

Le mancate nominations dei suoi strabilianti interpreti, Bob Odenkirk e Rhea Seehorn, lasciava presagire che l'academy non avesse intenzione di premiare la serie di Vince Gilligan.

Purtroppo le supposizioni si sono rivelate molto più granitiche di quanto si sperasse.

Better Call Saul esce con le ossa rotte dagli Emmy Awards 74. Nessuna statuetta e un tonfo figlio di una predilizione pressochè totale di un'altra serie HBO: Succession.

Tolte le premesse di cui sopra, la vittoria di Succession è meritata e da vedere con favore. Forse solo Ozark avrebbe avuto la forza di contrastarla. Adam McKay ha costruito un family drama dal respiro molto ampio e dai colpi di scena ingegnosi e mai forzati che hanno reso la serie un piccolo grande cult in breve tempo. Onore a lei ma soprattutto onore "ai caduti".

Doloroso il KO di Ozark che da anni raccoglie tantissime nominations senza portare a casa mai grossi successi. Il premio, tutt'altro che di consolazione, di Julia Garner come miglior attrice non protagonista è forse la notizia più bella dell'intera serata. Un'attrice di soli 26 anni ma con non poche convincenti performance alle spalle ed un ruolo nella serie Netflix pressochè perfetto per lei, carismatico, irriverente, potente.

Purtroppo per lei, la sua affermazione è stata totalmente oscurata dalla vittoria di Zendaya, più giovane di lei di soli 2 anni e da oggi ne libro dei record per essere stata la donna più giovane a vincere un Emmy. Quello di Zendaya è stato il premio più chiacchierato, la notizia più retweettata, il trend topic dei trend topic, accolta con favori trasversali ed universali. Senza nulla togliere alla sua emozianante performance (davvero straordinaria) bisognerebbe chiedersi come sia possibile che Zendaya vinca un Emmy come migliore attrice laddove la serie tv che le ha regalato quel ruolo non è riuscita a raccogliere neppure una nomination nelle altre categorie. Una situazione alquanto bizzarra e credo abbastanza unica nella storia degli Emmy. Questo non vuole sminuire questa storica vittoria ma dovrebbe farci riflettere sul tema dei parametri scelti nel selezionare i candidati. La nomination di Zendaya era stata accolta con stupore unanime. Nessuno attendeva che la giovane attrice sarebbe stata nominata. Oggi ritroviamo Zendaya con una statuetta e Aniston/Colman/Linney a mani vuote. Applausi per lei ma applausi anche a chi quella statuetta l'ha sognata ma ha potuto ammirarla solo dal salotto di casa propria in questa strana edizione Covid dell'Emmy.





HBO vs Netflix: Sfida fra modelli produttivi diametralmente opposti


Quella di stanotte è stata soprattutto la vittoria di HBO.

Il medium televisivo cambia, evolve, si differenzia.

HBO resta.

E' stato l'anno del primo Emmy per Apple TV. Billy Cudrup agguanta un meritato Emmy per l'ottima The Morning Show, a testimoniare l'avanzata della piattaforma streaming dell'azienda di Cupertino.

E' stato però anche l'anno del passo indietro clamoroso di Netflix. Solo una vittoria nelle categorie che contano. Julia Garner e la sua recitazione in Ozark hanno tenuto alta la bandiera Netflix. Senza contare le vittorie extra di The Last Dance e Rick & Morty, questa è stata un'annata disastrosa a livello Emmy per Netflix.

A trionfare è stata HBO con Succession e Watchmen ma anche con I Know This Much is true e Euphoria.

Volendo volero allo strato più profondo della torta Emmy, questo trionfo sancisce anche un trionfo del modello HBO contro il modello Netflix.

Il primo non è mai cambiato, ma si è evoluto.

Il secondo muta anno dopo anno, creando e inseguendo allo stesso tempo mode e tendenze.

HBO è una vera e propria cultura, quasi una fede. Un modo di fare televisione dove al centro vi è il prodotto, l'idea, il progetto, la libertà creativa del parco autori tutto e produzioni spesso ad alto budget.

Il modello Netflix si sta sempre più affermando come modello consumistico. Sempre più produzioni, sempre più collaborazioni internazionali, un'invasione del marchio Netflix sui territori. Netflix si sta facendo largo con un modo di fare televisione dove il prodotto è il prodotto, una ripetizione voluta e cacofonica per affermare che al centro di tutto pare esserci la volontà di pubblicizzare e vendere le proprie serie tv, strizzando l'occhio alle varie fasce di spettatori, ai problemi e le tematiche del momento.

Non è un caso che stiano fioccando le cancellazioni, stiano crescendo i titoli ma diminuendo quelli veramente attesi. Non più, non solo, i The Crown e gli House of Cards, gli Orange is the new Black e i Bojack Horseman, ma anche e soprattutto i Vis a Vis e i Baby, i Tredici e gli Elite.

La filosofia HBO ha pagato. Quella Netflix meno.

E attenzione perchè Apple TV sembra avere un approccio molto più "like HBO" che "like Netflix" e Amazon (altra grande sconfitta di questi Emmy) sta avviando un lento processo che la porterà ad essere "quella che portò Il Signore degli Anelli" in tv.



In definitiva, quest'edizione degli Emmy Awards è stata ben lontana dal premiare gli effettivi migliori prodotti dell'anno, con le eccezioni di Watchmen, Ruffalo e Garner. Ci sono state molte mancanze in fase di nominations e uno snobbismo inaudito verso serie come Better Call Saul, Ozark e The Marvelous Mrs Maisel, assoluti fenomeni dell'annata seriale.

Nonostante questo, gli Emmy Awards sono stati, come sempre, un'importante occasione per fare il punto sulla stagione televisivo, consentendo di pubblicizzare prodotti poco noti al grande pubblico come Succession, Euphoria e Schitt's Creek, lanciare nell'olimpo attori e serie come Watchmen e riunire per qualche giorno tutti gli appassionati di questo magico mondo in continua espansione. Ultimo ma non ultimo, questo è stato un Emmy capace di stabilire il record di vittorie per attori di origine afroamericana, un messaggio importante nell'annata della protesta più decisa e lunga che si ricordi negli ultimi decenni, a firma Black Lives Matter. Chiamatelo politically correct se volete ma resta un messaggio importante, certamente non casuale.


p.s.


Se avete voglia di veri premi allora non vi servirà altro che sfogliare le pagine serialfiller.org e guardare chi è al primo post fra le serie tv 2019 e le serie tv 2020 per chi scrive e vi saluta.


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