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The King Of The Tides vive di tensione (e di una prova attoriale "monstre")

Un motivo ci sarà se, nonostante le decine di serie che sto guardando in contemporanea in questo momento, non vedo l'ora, ogni settimana, di sintonizzarmi su House of The Dragon.

E' lo show che più aspetto, certo, in cuor mio, che non mi deluderà.

L'ottavo episodio, il terzultimo di questa roboante prima stagione, ha confermato le mie certezze, attestandosi, probabilmente, in cima alla classifica dei migliori episodi di questa prima stagione dello spinoff di Game Of Thrones (qui un approfondimento sul ruolo degli spinoff oggi).

The Lord of The Tides, oltre ad essere un episodio emotivamente provante, e ricco di eventi, è una puntata che vive della performance attoriale di un gigantesco Paddy Considine, uno al quale, inizialmente, avevo voluto molto poco bene e che mi sembrava quasi fuori fuoco rispetto agli altri personaggi.

Mea culpa caro Paddy, mea grandissima culpa.

In questo episodio sei stato imperioso, reale, impeccabile.

Pur essendo solo, nel buio della mia stanza, mentre scorgevo la tua prova da fenomeno, mi è venuta voglia di alzarmi in piedi ed applaudirti.

Bravo.

E grazie.

Come si sarà capito, nonostante il titolo richiamo fortemente i Velaryon ed i discendenti della gloriosa Valirya, conferendo grande continuità all'episodio precedente ambientato a Drfitmark e cosi intitolato (qui trovate la recensione completa), in questa puntata è King Viserys a rubare la scena a tutti.

E' lui a recitare la parte del leone.

L'ennesimo skip time di questa stagione ci porta qualche anno dopo gli eventi drammatici a cui avevamo assistito in Driftmark e Driftmark. Un'insanabile frattura ha rotto gli equilibri all'interno della famiglia allargata di cui Viserys è re e patriarca. In questo episodio torniamo, prepotentemente, a King's Landing dove, ad anni di distanza da quell'occhio perduto e quella cicatrice profonda, tutti i Targaryen, Velaryon, presunti Strong e Hightower si ritrovano per discutere della successione al trono di Driftmark, lasciato vacante dalla dipartita di Lord Corlys, presumibilmente morto nelle Stepstones per mano di una triarchia rafforzata.

Il collante di una famiglia lacerata è ancora vivo sebbene il suo corpo testimoni una caduta lunga ed una fine vicinissima.

King Viserys viene ritratto a letto, sfigurato, bendato, più simile ad uno zombie, ad un mostro, che ad un uomo.

A fare le sue veci, oramai da tempo, in qualità di sovrano, vi sono la regina Alicent e suo padre Otto. Sono loro ad amministrare il regno e partecipare al concilio ristretto, facendosi voce del re.

Ma quanto parzialmente?

Un re cosi mal messo ed i dissapori fra Rhaenira ed Alicent rischiano di mettere a repentaglio il motivo per cui quella rimpatriata è stata necessaria.

Il figlio di Rhaenira e Laenor, Luke, erede legittimo al trono di Driftmark viene insidiato da Vaemond Velaryon, fratello del defunto Corlys e pretendente al trono in quanto primo in linea di successione in caso si volesse guardare oltre il cognome e constatare che di sangue valiriano in Luke, figlio bastardo di Rhaenira e Strong, non c'è traccia.

La decisione da prendere è di quelle capaci di far crollare un regno.

Delegittimare Luke significherebbe delegittimare Rhaenira e, di conseguenza, mettere in discussione l'erede designata da King Viserys in persona, al trono di Westeros.

Al tempo stesso, non ascoltare il grido di Vaemond, il quale non vuole che la sua stirpe nobilissima e antica venga persa per sempre, significherebbe quasi usurpare gli alleati e potenti signori delle maree della propria dimora.

Cosa sceglierebbe il re?

Cosa sceglieranno la regina e The Hand in assenza del controllo e della presenza di Viserys?

E qui House of The Dragon si fa grande, dimostrando quanto questa operazione sia stata tutt'altro che sbagliata, tutt'altro che campata in aria solo per dare ai fan altro materiale con cui sfamarsi a pane, ghiaccio e fuoco.

Quello che vedremo, di qui in poi (non che i primi 20 minuti fossero stati brutti, anzi), è l'emblema di ciò che Game of Thrones prima ed il suo spinoff poi potrebbero offrire ai loro massimi livelli.

Il cast, a differenza di serie come The Rings of Power e The Walking Dead, è perfetto. Di Matt Smith e delle varie versioni di Rhaenira ed Alicent abbiamo già detto, di Paddy Considine diremo molto oggi.

La messa in scena, poi, è straordinaria e riesce a trasmettere, anche attraverso le sempre ottime musiche di Djawady, tutta la solennità che certi momenti impongono.

La traversata faticosa, sofferente e resiliente di Viserys verso l'Iron Throne è uno di quei momenti televisivi che resteranno scolpiti nella pietra. Indugiare su quello sforzo sovraumano, dedicargli oltre un minuto, accompagnarlo con gli sguardi sorpresi, contriti, commossi e talvolta vergognati, degli astanti è stato un modo elegante di rappresentare il gesto estremo che il re ha voluto compiere per salvare il regno e la sua famiglia.

La sua saggezza, la sua guida morale, la sua etica, la sua voglia di unire e di vedere gli altri uniti sotto il suo tetto, sotto il suo regno, è stata la stella di tutto il suo lungo regnare e di tutta la sua vita.

Quella via crucis testimonia il coraggio, l'orgoglio e la forza di un uomo che, pur non abile in battaglia, pur poco mascolinamente ostentoso, è un gigante rispetto a tanti altri, ed a tanti altri che in quella sede stavano provando a fare i propri giochi politici sfruttando l'assenza del sovrano.

Toccante è il silenzio di Daemon. Toccante è vederlo consegnare al re, a quel fratello che un tempo avrebbe ucciso pur di sedersi al suo posto, la corona che ne certifica il lignaggio, ne testimonia la supremazia nei sette regni.

Game of Thrones prima, ed House of The Dragon poi, sono stati sempre abili nello sfruttare i simboli, gli orpelli, gli eccessi di volti, corpi ed oggetti. Quella lunga e ultima rincorsa al trono, per Viserys, è stata cosi imponente, cosi indimenticabile, anche grazie al suo bastone, alla maschera d'oro a coprirgli il volto, alla testa calva che spuntava dalla corona.

Tutto al suo posto.

Tutto coerente con tutto.

Tutto apparecchiato per una testa mozzata, una decisione saggia, un'ultima cena.

Se credevate che Viserys avesse detto tutto ed esaurito le proprie forze, vi sbagliavate di grosso.

Cosi come espresso ad Otto poche ore prima, il re riesce nell'intento di convincere tutti a partecipare, insieme ad un'ultima cena (non vorrei sbagliare ma anche numericamente il richiamo biblico dovrebbe essere fedele).

Rhaenira ed Alicent, con prole e padri al seguito, partecipano ad una reunion che ha il sapore dei miracoli.

Viserys arriva, stavolta supportato da una lettiga reale sulla quale viene trascinato fino al tavolo, e getta la maschera mostrandosi a figli, nipoti e fratello, per quello che è, per l'uomo dietro la corona e l'oro indossato dal sovrano.

E che uomo che è stato Viserys, che uomo che è riuscito a restare sino all'ultimo respiro.

Prima di andare via, prima di lasciare per sempre questo mondo, il capostipite dei Targaryen esorta tutti all'unione, al perdono, alla riappacificazione. E' un appello accorato, sincero, che fa tremare le corde emotive di noi spettatori, figuriamoci dei personaggi a lui vicino.

Sarà Rhaenira, molto coerentemente, la prima ad accettare quel paterno appello, alzando il proprio calice in favore della fraterna amica d'infanzia divenuta poi acerrima nemica quando i giochi dei grandi hanno preso il sopravvento.

Alicent accoglierà quel ramoscello d'ulivo con il cuore gonfio di gioia e tutti, anche i più piccoli stempereranno i vecchi dissapori per provare a respirare nuovamente aria di casa, aria di famiglia unita.

Tranne uno.

Ne avevamo intravisto le potenzialità nell'episodio precedente. Qui, con un re-casting che sembra perfetto, ne cogliamo l'evoluzione.

Aemond Targaryen è il vero futuro della casata. Abile in combattimento, al punto da battere Ser Criston Cole ripetutamente, possessore di un drago, strategicamente attento e impavido al punto quasi da sembrare spavaldo.

E' lui a rompere il miracolo, a distruggere quel clima riconciliatore che si stava creando.

L'eleganza, l'arguzia sferzante con cui riporta tutti sulla terra è mirabile. Un brindisi, per i suoi cugini "so strong" e tutto va nuovamente a ramengo.

Quelli che sembravano momenti di ritrovata serenità e pace sembrano finiti nuovamente.

Stavolta per sempre?

Solo Alicent e Rhaenira sembrano poter avere una chance di tenere tutto ancora in piedi come delle equilibriste. The Princess and the Queen, come recitava il titolo di qualche episodio fa.

Ma Alicent, forse, non è soltanto questo, non è soltanto la regina, l'amica, la figlia, l'equilibrista.

Prima di morire, Viserys le confiderà che in cuor suo è lei la protagonista del sogno di Aegon.

E' lei Azor Ahai.

E' lei il principe che fu promesso.

E Game of Thrones ritorna ancora, anche simbolicamente con quella daga posta al capezzale di Viserys, quella stessa daga che Arya Stark impugnerà oltre un secolo dopo per uccidere il Re Della Notte.

La profezia ritorna.

Il re muore.

Un grande re, un conciliatore ci saluta, lasciando il regno in mano ad una famiglia ritrovata o forse sul punto di esplodere definitivamente?


Voto Episodio: 9+


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