The White Lotus era stata una delle più deliziose sorprese nel 2021 (provare per credere).
La serie che pareva essere una miniserie autoconclusiva si è rivelata essere, invece, una gallina dalle uova d'oro che la HBO non si è lasciata sfuggire.
Quel titolo, quel richiamo ad una fantomatica catena luxury alberghiera è divenuta il pretesto per movimentare storie e personaggi che sarebbero stati presentati nella seconda stagione, dal lato opposto del globo.
Se la prima stagione era stata, infatti, ambientata alle Hawaii la seconda si sposta in luoghi a noi molto noti e da noi molto amati.
La bellissima Sicilia è la location della seconda annata della serie pluripremiata e, contrariamente a quanto potreste immaginarvi, la scelta della location non è stata casuale visto che The White Lotus 2 è sembrata essere una serie moooolto italiana, e non nell'accezione "LaRochelliana" tanto cara agli amanti di Boris.
Le migliori serie tv HBO del 2022.

Ho letto editoriali, su acclamati blog e riviste (penso a Variety), che definiscono The White Lotus la migliore serie dell'intero 2022.
In un anno dove Better Call Saul ci ha lasciati e ci ha lasciati con una stagione clamorosa ed un finale che resterà negli annali della tv, del cinema e della memoria collettiva (qui trovate il mio post), ci andrei veramente cauto nel lanciarmi in una simile dissertazione.
Resta il fatto, però, che The White Lotus è tornata, dopo una prima stagione (qui la recensione) eccellente e straripante, cambiando interamente o quasi il cast, spostandosi dall'altro capo dell'oceano, modificando contesto e sfumature ma senza perdere un briciolo di efficacia, ironia e profondità.
Da questo punto di vista, la serie HBO merita applausi a scena aperta.
La parola d'ordine, ieri come oggi, alle Hawaii come in Sicilia, sembra essere sempre la stessa: cinismo.
La classifica LIVE delle migliori serie tv del 2023!

Nel primo ciclo di episodi, infatti, assistevamo alla disfatta della fetta più emarginata, povera e sfruttata dell'hotel hawaiano della catena The White Lotus. Gli abitanti del luogo, privati delle proprie terre per permettere a ricchi bianchi e viziati di divertirsi e rilassarsi. I concierge della struttura, le cameriere, le massaggiatrici, gli addetti ai lavori tutti erano i rappresentanti di una classe sociale annichilita sotto i colpi dei novelli Elon Musk, degli aspiranti influencer, degli Oxfordiani e Harvardiani figli di papà di questo mondo. Una metafora di un contrasto sempre più forte tra chi ha e chi non ha.
Tale contrapposizione risultava essere ancor più potente al termine dello show quando, a bocce ferme, ci si poteva permettere un lusso oggi raro: fermarsi a riflettere.
Quella sosta tra i nostri pensieri, nel tentativo di elaborare quanto avevamo visionato, ci ha consentito di comprendere che dietro la patina ironica e divertente di The White Lotus vi era una spiccata capacità di analizzare, brutalmente, il mondo che ci circonda.
Una serie più canonica avrebbe risolto i vari conflitti con uno slancio positivista nei confronti dei personaggi più deboli e di "rango" più basso.
The White Lotus non lo ha fatto.
I più deboli soccombono. Perdono. Muoiono. Vanno in prigione. Vengono licenziati. Vivono di sogni infranti. Crescono e crogiolano nei loro rimpianti. I ricchi, i figli di papà, i potenti, vincono. Quasi sempre. E lo fanno col sorriso stampato sul volto, con il ghigno malefico di chi è nato dalla parte giusta del mondo.
In The White Lotus 2 lo schema è lo stesso.
Tifiamo per una squadra che sappiamo, sin dall'inizio, essere destinata a perdere.
Le musiche di De Andrè ed altri grande firme del panorama musicale italiano, dalla Carrà a Battiato passando per i contemporanei La Rappresentante di Lista, ci accompagnano in uno spietato affresco di una comunità di "losers" che, irrimediabilmente, raccoglieranno le briciole dei ricchi per caso o per successione.
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