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Special Ops Lioness: Sheridan cambia volto ma non la sostanza

E' esistito un tempo in cui per poterti considerare un appassionato di serie tv dovevi conoscere il nome di JJ Abrams. Alias, Lost, Fringe erano stati dei successi dirompenti che non potevano essere ignorati.

La mente creativa e produttiva dietro quei successi era proprio l'uomo che aveva fondato la Bad Robot. Erano gli anni in cui Lost era l'unica serie di cui tutti parlavano. Erano gli anni in cui JJ era visto come la gallina dalle uova d'oro sul piccolo schermo.

Ad ondate, arrivarono altri brillanti autori a catalizzare su di sé l'attenzione generale.

Ryan Murphy è il primo esempio che mi viene in mente grazie alla sua capacità di sfornare una serie originale dopo l'altra, da American Horror Story a Feud, passando per The Politician e American Crime Story e tanto altro.

Oggi, quel testimone mi pare sia passato nelle mani di Taylor Sheridan, sceneggiatore e regista statunitense che negli ultimi 5 anni, migrando dal grande cinema alla tv, e forte di una collaborazione con i vertici Paramount molto fruttuosa, ha regalato tante serie e tutte degne di nota.

Il principio fu Yellowstone che avrebbe partorito 2 spinoff ancor meglio della serie madre, ovvero 1923 e 1883 soprattutto.

Tra un paesaggio western e l'altro il buon Taylor si è intrattenuto (e ci ha intrattenuto) con Mayor of Kingstown prima e Tulsa King poi.

Titoli sempre molto testosteronici e sempre forieri di un cast composto, specie nelle sue punte di diamante, da uomini bianchi e carismatici.

Special Ops Lioness è l'ultima fatica di Sheridan disponibile a catalogo Paramount Plus ed è la prima serie che ribalta completamente gli equilibri di genere e appartenenza.

Il cast, sempre di altissimo livello, è, infatti, guidato da 3 donne come Nicole Kidman, Zoe Saldana e Laysla de Oliveira a cui, nei prossimi episodi, sarà aggiunta un'icona della comunità afroamericana come Morgan Freeman.

Addio ai Kevin Costner, Harrison Ford, Silvester Stallone e Jeremy Renner e spazio a donne non bianche (fatta eccezione per la Kidman) ed il caro vecchio Morgan Freeman.

Solo un dettaglio o un cambiamento anche nello stile e la sostanza della narrazione?

Vi aspetto su telegram per tenervi sempre aggiornati sugli ultimi post pubblicati.

Potrebbe sorprendervi ma, nonostante un cambiamento cosi radicale rispetto a tutte le altre serie ideate da Sheridan, Lioness sembra essere scavata, ancora una volta, nel solco delle altre serie tv.

Tanta è l'azione, soprattutto all'inizio del primo episodio, abbondante il testosterone ed il machismo nonostante siano donne le assolute protagoniste, imponente la poetica del più forte, del più astuto, del più potente che trionfa sul meno forte, meno astuto e meno potente.

E' uno stile da "americanata" se vogliamo, quello che fino a qualche decennio fa era praticamente l'unico conosciuto nella Hollywood dei Rambo, dei Die Hard e dei Rocky Balboa ma è uno stile che Sheridan da una decade ha fatto suo riuscendo ad esaltarlo ogni volta in maniera egregia.

Provando a tradurre nella lingua di Lioness, e per permettervi una maggiore comprensione, vi basti pensare che Zoe Saldana interpreta una cazzutissima leader di un progetto super-segreto della CIA (Denominato, per l'appunto "Lioness: special operation"), Nicole Kidman è la sua ancor più cazzuta boss in tailleur e Laysla De Oliveira è il super soldato mandato al fronte sotto copertura in Medio Oriente come front man di uno spy game medio-orientale.

Le protagoniste in gonnella aderiscono pienamente ai topoi di un genere che, escludendo la Carrie Mathison di Homeland, ha sempre avuto controparti maschili a farla da padrone.

Sono loro, in Lioness, a mostrare i muscoli.

Sono loro a prendere le decisioni più complicate.

Sono loro a sganciare missili su interi villaggi.

Sono loro a "giocarsi il sedere (e la vita)" ogni santo giorno sul campo di battaglia.

Volendo aprire un dibattito più grande di me e di voi e di chiunque leggerà questo articolo, sembra difficile considerare un'inversione di rotta per Sheridan una serie tutta al femminile ma che attinge a piena mani da schemi da sempre adottati sartorialmente su personaggi maschili.

Può considerarsi, quindi, una serie al femminile? Può considerarsi, dunque, una serie coraggiosa o solo da "pink-washing"?

Non so quale fosse l'intento di Sheridan ma alcuni potrebbero pensare che questa serie sia una serie di Sheridan dove lo stesso autore ha deciso, scientemente, di "ripulire" la sua immagine da molti etichettata come maschilista inserendo grandi attrici nel cast in ruoli che magari, nella sua idea primigenia, avrebbero dovuto essere riempiti con attori uomini.

Per quanto mi riguarda, non riesco ad escludere a priori questa ipotesi ma, terminato il ragionamento la mia conclusione sarebbe riassumibile in un grandissimo "chissenefrega!".

Eh si, perchè Lioness mi sembra una gran bella serie d'azione, capace di costruire una bella tensione servendosi di personaggi molto interessanti e tridimensionali, specie quelli interpretati dalla Saldana e dalla De Oliveira.

Sheridan, come sempre, riesce a fare un ottimo lavoro tecnico ed un ottimo lavoro di scrittura. La regia è esplosiva, il ritmo sempre forsennato ed il gioco regge benissimo spingendoci, senza noia e rimpianti, a desiderare l'episodio successivo.

Mi ricorda una serie dello scorso anno di FX, dal titolo The Old Man (qui la recensione), con un magnetico Jeff Bridges. Anche in quel caso la forza dei personaggi e la capacità di costruire qualcosa di intrigante, spingeva lo spettatore ad andare avanti felicissimo.

L'impressione, a valle della visione dei primi 2 episodi, è che Lioness abbia una marcia in più della serie FX che qui prendo come paragone.

Sarà la forza delle protagoniste o quella dell'autore ad avermi convinto?


Voglia di continuare a vederlo: 7+

Voglia di consigliarlo: 7,5

Originalità: 5

Cast: 7,5

Comparto Tecnico: 7,5

Opening: 6,5

Dove Vederla: Paramount Plus

Anno di uscita: 2023

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