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Cosa dovrebbe fare un buon pilot?

Ogni anno vengono prodotte centinaia di nuove serie tv.

Non vi dico nulla di nuovo.

Un solo dato, tra tutti, dovrebbe farvi capire cosa intendiamo quando parliamo, quantitativamente, dell'epoca seriale corrente.

Nel 2005 l'intera industria televisiva produceva meno di 300 titoli all'anno.

Nel 2019, Netflix, la sola Netflix ne ha prodotte quasi 400.

E' lapalissiano affermare, quindi, che è impossibile guardarle tutte, è impossibile anche solo provare ad avere i tentacoli su tutti gli show che vengono prodotti.

Per vostra fortuna esiste un blog molto carino che vi consiglio fortemente (sul quale state già navigando) che vi permetterà di orientarvi nel mare magnum dell'universo seriale provando ad offrirvi spunti, opinioni e consigli sulle serie tv che vagano in questo mondo.



Per farlo, non potendo ovviamente guardarle tutte, seleziono quelle che per emittente, cast, parco autori, tipo di produzione, storia e, non per ultime, recensioni in anteprima altrui, potrebbero meritare il mio, il vostro tempo.

Non tutte le ciambelle riescono col buco, però, e quindi ho aperto la rubrica che ho denominato "First impressions" (qui trovate tutti i post) nella quale vi offro il mio umile parere sul pilot (il primo episodio) dei nuovi show.

Ad aggiungere ulteriori sfumature sul concetto di pilot ho da poco avviato la rubrica "Operazione Pilot" (qui il primo episodio della rubrica)

Il pilot può mandare chiunque fuori pista, mostrandoci uno show potentissimo che, magari, nel tempo affievolirà o, viceversa, rappresentando una serie in maniera un po' floscia all'inizio ma rilanciandola in seguito.

E' un rischio ma, come tutti i rischi, può essere minimizzato.

Basta sapere cosa cercare in un buon pilot onde evitare di abbandonare una serie con del potenziale o continuare a vedere uno show che ha poco da dire.

Il tempo è prezioso e qui non vogliamo sprecarlo.

Oggi ho pensato di offrirvi un personalissimo decalogo su cosa cercare in un buon pilot (o almeno è quello che cerco io).


IMPATTO


Dirò una banalità ma un buon primo episodio deve "colpirvi".

Se al termine della prima puntata di uno show essa non mi ha lasciato nessuna sensazione allora è inutile proseguire. E' molto soggettivo, forse è il parametro più soggettivo di tutti quelli che elencherò, ma è fondamentale.

E' anche il parametro più rischioso poichè una serie potrebbe spendere mezzo budget annuale nel pilot e buttare tutta la carne sulla brace in questo episodio, lasciandovi digiuni negli episodi successivi.

Soggettivo o no un consiglio ve lo do. Diffidate degli show che nel pilot vi mostrano troppe cose.


GLI SHOWRUNNER


Non è strettamente legato al pilot ma nel pilot avrete la conferma che quel lavoro è stato impostato bene.

Il merito?

Se in un film sarebbe quasi integralmente del regista, nelle serie tv è, certamente, dello o degli showrunner.

Chi sono?

Vedeteli come degli sceneggiatori evoluti. Spesso sono i creatori della serie, ma non necessariamente. Lo showrunner è colui che tiene le fila dell'intero racconto e che determina le sorti di personaggi e trame coadiuvandosi costantemente con gli autori, i produttori ed i registi.

Se uno show avrà come showrunner Vince Gilligan o Johnatan Nolan allora potete dormire sogni tranquilli.

In caso dovesse avere come showrunner l'autore di Che Fine Ha Fatto Sara o di Behind Her Eyes allora c'è motivo di preoccuparsi sin dall'inizio.


LA PIATTAFORMA


Anche qui la visione del pilot potrà solo confermarvi una tendenza ma sapere dove verrà trasmessa la serie è fondamentale.

Uno show prodotto da CW sarà destinato, molto probabilmente, ad un pubblico teen, mentre uno show prodotto da Disney Plus avrà quasi certamente un alto budget ed un orizzonte trasversale e scanzonato. D'altro canto una serie prodotta dalla HBO avrà passato il vaglio di severissimi produttori ed autori prima di trovare dimora, assicurando una qualità fuori scala, a prescindere dal genere.

State attenti, dunque, alla piattaforma o emittente che produce e lancia una nuova serie. Potrebbe dirvi molto sulla direzione che quella serie prendere. Apple TV Plus, HBO, FX e poche altre, saranno garanzia di qualità, magari con qualche tonfo ma con una media altissima di successi in termini qualitativi, mentre una piattaforma come Netflix sta dimostrando, sempre più, di mirare a prodotti facili, riproducibili e di facile appeal verso il pubblico, con sempre più rari esempi di successi meritati (The Crown, The Sandman, After Life, Strappare Lungo i Bordi, Ozark, Russian Doll).

Attenzione, dunque, all'emittente.


IL FATTORE ORIGINALITA'


Qui, la visione del pilot, è fondamentale.

Un episodio pilota che vi ricorda qualcos'altra, qualche altra serie, che ammicca tantissimo a cose già viste, potrà mai avere la forza di raccontare qualcosa di dirompente?

Molto difficile, se non rarissimo.

Una serie capace di offrire qualcosa di nuovo, che sia nella struttura narrativa, nello stile, nella storia, è una serie che, probabilmente, riuscirà a regalarvi qualche ora di buona televisione. Non sempre è vero ma spesso è cosi, specie se siete dei SerialFiller patentati che cercano sempre qualcosa di innovativo, proprio come me.

Il pilot di Severance (qui la recensione completa), ad esempio, non potrà non lasciarvi l'impressione di essere di fronte a qualcosa di potenzialmente devastante. Il tempo, e gli episodi successivi, vi diranno se quello show diverrà davvero un cult ma il pilot vi avrà sicuramente offerto la certezza che in quello show potreste trovare elementi mai visti.

Viceversa, restando su show di buon livello, un pilot come quello di The Book of Boba Fett (qui la recensione completa) vi darà, certo, qualche buona sensazione ma vi ricorderà, inesorabilmente, il suo antesignano, quel The Mandalorian (qui le recensione delle prime 2 stagioni) che, a sua volta, aveva creato un effetto opposto, sorprendendoci con un pilot che ancora oggi è leggenda.


LA VISIONE


Una serie tv, a differenza di un film, può contare su una durata, in termini di minutaggio e non solo, molto lunga, permettendo agli autori di sviluppare bene e con calma storyline e personaggi.

Il pilot deve essere in grado di mostrarci, senza svelare troppo, che gli showrunner hanno già pensato a quanto avverrà negli episodi, se non addirittura nelle annate, successive.

Spesso accade che un pilot apparentemente riuscito si mostri inefficace in questo aspetto generando un effetto indesiderato che lascia perplessi rispetto a quello che lo show potrebbe riservare per il futuro.

Non è facile riuscire a nascondere le proprie carte, generando curiosità, e al tempo stesso svelare la propria natura, rischiando di essere didascalici.

E' un equilibrio complicato da ricercare ma le grandi serie lo fanno.

Ancora una volta, Gilligan e Gould, con Breaking Bad prima e Better Call Saul poi sono stati maestri in questo.

Altri, invece, hanno raccontato troppo nel primo episodio, generando poca curiosità per il futuro (penso al recentissimo She Hulk, qui la recensione), o troppo poco (tipo Reservation Dogs, qui la recensione), lasciando un cuore tiepido a chi ha assistito all'alba di quello specifico show.


IL MINUTAGGIO


Ne ho fatto una piccola crociata in occasione della quarta stagione di Stranger Things. Qui, e qui, trovate i 2 post incriminati.

Il Minutaggio del primo episodio potrebbe dirvi poco sulla sostanza delle cose ma potrebbe dirvi moltissimo rispetto al se la continuerete o meno.

Facciamo un esempio.

A parità di "sostanza", a parità di qualità, cosa scegliereste di seguire: una serie che dura 70 minuti ad episodio o una che ne dura la metà?

Credo che, anche solo per un mero calcolo matematico propendereste per la seconda. Vero?

Ecco che, oggi più che mai, è importante stare attenti alle dimensioni (sembra più una pubblicità del "Rocco" nazionale ma non lo è), al minutaggio di un pilot per scremare la propria watchlist.

Una serie bella è bella a prescindere, questo aspetto vale soprattutto per quegli show che vivono a metà del guado fra il "voglio continuare a vederlo" ed il "voglio abbandonarlo". Per queste serie, fidatevi, la durata conterà tantissimo. Un conto sarà sacrificare 3-4 ore del vostro tempo per terminare la stagione, altro paio di maniche sarà sacrificarne 10.

Stranger Things prima stagione eleven

IL CAST


Come da sempre avviene anche al cinema, il coinvolgimento di attori di un certo calibro è sempre foriero di grandi aspettative.

Non sempre, però, questo si tramuta nella certezza che assisteremo, nel complesso, ad una bella serie.

E' innegabile, però, che avere all'interno del cast attori affermati o addirittura nominati agli oscar o chi il premio oscar l'ha vinto, rappresenta un valore aggiunto enorme.

Altre volte è il cast nel suo complesso a funzionare, magari senza presentare punte di diamante ma offrendo 3-4 nomi di medio-alto livello pronti a sincronizzarsi al meglio sulle frequenze di quella specifica sceneggiatura.

Mare of Easttown, ad esempio, è una bella seria che senza la presenza di Kate Winslet non sarebbe stata cosi rilevante nel panorama seriale degli ultimi anni (qui trovate la mia recensione completa). Cosa sarebbe stato The Morning Show senza un cast cosi variegato e di alto livello a sorreggerlo (qui la recensione)?

Parlando sempre di coralità, come non pensare a This Is Us (qui la recensione del bellissimo finale).

Tornando, ancora, a prove attoriali singole ed al prestigio che il singolo attore conferisce al materiale che plasma tra le mani, come dimenticare il recentissimo The Staircase (qui la recensione) magistralmente guidato da Colin Firth? O la presenza di Anthony Hopkins nella prima stagione di Westworld (qui la recensione della quarta stagione)? O ancora a Jon Bernthal ed il suo poliziotto corrotto in We Own This City (qui la recensione)? Potremmo fare miriadi di esempi visto che, oramai, sono quasi la totalità gli attori holliwoodiani di un certo peso che provano l'avventura seriale.

E' sempre un fattore determinante il casting, a prescindere da tutto.


I NOMI COINVOLTI


Strettamente legato al parco attoriale e agli showrunner, punti affrontati in precedenza, è connesso un tema più ampio che deve sempre farci drizzare le antenne verso i nomi coinvolti all'interno del progetto seriale nella sua interezza.

Conoscere gli attori è importante. Conoscere gli showrunner è fondamentale. C'è però anche tanto altro che gira intorno alle interpretazioni ed alla scrittura di uno show.

Chi comporrà le musiche?

Chi saranno i produttori?

Quali saranno i produttori esecutivi?

Chi saranno i registi?

C'è la supervisione di qualche figura di rilievo (penso a Kevin Feige per gli show della Marvel)?

Qualunque cosa che possa permettervi di capire cosa si cela dietro quel progetto è utile a capire di che tipo di progetto stiamo parlando.

Sapere che, ad esempio, JJ Abrams produce e vigila un progetto nuovo è una garanzia che quella serie avrà un certo indirizzo, non necessariamente perfetto, ed un certo rilievo.

Sapere che Paolo Sorrentino sia l'uomo dietro la macchina da presa (qui la recensione di The New Pope) rappresenta una totale garanzia rispetto all'aspetto registico e tecnico.

Sapere che l'adattamento di "The Sandman" vedrà coinvolto in prima persona Neil Gaiman è una notizia che deve far ben sperare.

Occhio, dunque, ai nomi coinvolti.

Avrei qualche altra "tips" ma ho deciso di fermarmi qui.

Non è una scienza esatta e non è facile determinare, a priori, quando una serie avrà successo e quando no o, ancor più importante, quando potrà incontrare i nostri gusti e quando no. Il decalogo che vi ho condiviso, però, potrà aiutarvi a schivare qualche pallottola ed evitare la perdita di importantissimi titoli che vanno visti a tutti i costi.

Accorgersi subito delle potenzialità di uno show è sempre più fondamentale vista l'epoca travolgente di titoli che viviamo.

Spero che questo post possa aiutarvi.

In caso contrario, non temete.

Ci sono io qui a mettere in pratica i miei stessi consigli, ci sono le first impressions.

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